Gli atleti praticanti sport indoor ( basket, pallavolo, calcetto etc…) sono statisticamente più colpiti.
Una scarsa od errata riabilitazione aumenta il rischio di ricadute o di instabilità cronica di caviglia; gli atleti che soffrono di questo problema sono costretti ad eseguire sedute riabilitative costanti per mantenere alti i livelli atletici e saltano statisticamente più allenamenti e competizioni.

FATTORI DI RISCHIO
INTRINSECI | ESTRINSECI |
Altezza | Fasciature |
Peso | Tutori |
Squilibri posturali | Calzature |
Alterazioni anatomiche del piede | Durata della competizione |
Intensità dell’attività |
MECCANISMO DI INFORTUNIO E ASPETTO CLINICO
La dinamica più comune di distorsione prevede un rapido spostamento laterale del baricentro.
La distorsione più comune è quella laterale che prevede un’inversione e plantiflessione, meno comune invece risulta essere quella mediale che prevede eversione.
Per quanto riguarda l’aspetto clinico una caviglia distorta si presenta con:
Capacità di carico parziale sulla caviglia affetta
Dolore, ematoma e gonfiore si possono trovare da entrambi i lati della caviglia
Non presente dolore osseo, deformità o crepitio
La flessione plantare e l’inversione replicano i sintomi di una distorsione laterale, l’eversione replica i sintomi di una distorsione mediale.
CLASSIFICAZIONE E RIABILITAZIONE
- GRADO I : leggero gonfiore con basso impatto sulla funzione
- GRADO II : leggero gonfiore e impatto sulla funzione. Ridotta propriocezione, ROM e stabilità
- GRADO III : rottura completa del legamento, importante gonfiore e marcata instabilità
GESTIONE TERAPEUTICA
FASE 1
L’obiettivo è quello di applicare il protocollo P.OL.I.C.E. per supportare parzialmente il piede, migliorare il ROM passivo ridurre edema e gonfiore e migliorare la circolazione locale.
FASE 2
Recupero della funzione di piede e caviglia allenando ROM, stabilità statica e controllo motorio.
Educazione del paziente verso un sovraccarico progressivo della capacità di carico della struttura anatomica.
Possibilità di usare fasciatura/tutore di supporto (secondo la preferenza del paziente) non appena si riducono ematoma e gonfiore.
FASE 3
Progressione del carico introducendo camminata, corsa e scale.
Indagare e correggere eventuali asimmetrie durante la camminata.
Introduzione di esercizi di stabilità dinamica.
Educazione del paziente riguardo misure preventive e fattori di rischio.
FASE 4
Fase conclusiva in cui si ricerca un’ ulteriore progressione del carico distrettuale, si complicano gli esercizi e si inseriscono i gesti specifici dell’attività quotidiana, lavorativa e sportiva.